Yoga della Risata

Avevo detto che mi sarei presa tempo per scrivere con senso di questa esperienza quindi ecco a voi Signore e Signori: “Lo Yoga della Risata”

Pare quasi una cosa davvero seria, che è seria secondo la definizione di Meritevole di Attenzione ed approfondita Com-prensione dove, se posso fare la precisina, comprendere diventa sinonimo di fare esperienza diretta in quanto unico modo per poterla portare davvero, realmente, dentro Sè. Devo ancora finire questi quaranta giorni di Risate e forse non ho ancora compreso nemmeno io la sua potenza, come quando sei immerso negli eventi: un pò le cose accadono pare a caso ed un pò non sai nemmeno bene tu quale disegno ci sarà sul puzzle alla fine. Per fortuna che si diceva di partire con ordine.

Il dottore chiede di Ridere e forse sua fortuna fu proprio quel ruolo che in ogni società è visto come “immune alla contraddizione”, quindi a Mumbay si iniziano a trovare ogni mattina per raccontarsi barzellette. Il dottore si chiama Madan Kataria e l’anno è il 1995. Le giornate scorrono con una sana ed inaspettata euforia in corpo (cuore sole amore per intenderci) e poi finiscono le battute, panico? Stiamo parlando di un medico quindi il problema viene affrontato con obiettività prima di tutto: non ci sono cose per cui ridere e va beh, d’altronde il nostro cervello è intelligente fino a pagina due: nella realtà in fondo non vede, non sente, non odora. Il cervello è come un computer e ciò che fa è combinare dati: zigomi che si alzano, bocca che si spalanca, occhi che si fanno un poco più piccoli, diaframma che si muove = l’apparenza indica una risata e lui reagisce come se lo fosse.

Nasce lo Yoga della Risata: non stare a preoccuparti per quello che crede il tuo cervello, tu al massimo fingi che lui non lo sà. Per forza poi sviluppi l’ironia: alla base c’è proprio il prendere in giro l’organo che tra tutti i presenti nel corpo umano è quello in cui storicamente viene collocata l’Intelligenza. Dai, fa ridere.

Si scopre che la risata non ha bisogno della comicità e che i benefici fisiologici derivati sono degni di considerazione, non tanto perchè esistono una serie di indagini mediche, ma perchè prima di tutto si sente direttamente sul corpo.

Prima di tutto perchè si sente direttamente il diaframma nel corpo. Vince il sentire delle persone: la gente stà bene, ogni volta ritorna ed ogni “giorno dopo” ne riscontra benefici reali. Crea dipendenza questo è certo: se ci si lascia andare, se si và oltre all’iniziale scetticismo, poi ne si diventa dipendenti, si crea un abitudine sana in un una routine spesso totalmente incontrollata. Se. Se si ha coraggio di sentirsi un pò scemi perchè loro te la spacciano come “riscoprire la giocosità del bambino” ma nella realtà all’inizio ci vuole un pò per sradicare convizioni e anche solo battere le mani tutti insieme pare, detta con un francesismo, una tal cacata. 

Lo studio del linguaggio del corpo è una scienza che ha acquistato grande credibilità e durante una sessione di Yoga di Risata il corpo si modifica inconsciamente: la stimolazione del diaframma porta un aumento di ossigeno quindi un maggior uso dell’intero sistema polmonare che porta naturalmente ad aprire il petto così come muovere i muscoli facciali porta ad una stimolazione dei tessuti e quindi ad una diminuzione delle rughe.

E’ lo stesso principio secondo il quale quando si hanno le smagliature sul sedere non basta mettere la crema ma va massaggiata l’area fino al completo assorbimento in modo da rendere la pelle più elastica. Eviterò di perdermi in battute sul massaggiare la faccia esattamente come massaggeremmo il nostro sedere.

Cosa mi porto a casa? Di sicuro un modo divertente per fare gli addominali, una sfida quasi giunta al termine ed un confronto coi ragazzi, termine generale, che insieme a me hanno fatto il corso quest’estate. La verità è non siamo quelli a cui va sempre tutto bene, molti di loro vivono nelle vicinanze di dove poche settimane fa è avvenuto il terremoto, alcuni hanno quarantanni e si sono rimessi in gioco da capo, altri hanno smesso di sentirsi dei pazzi fuori luogo ed alcuni hanno ritrovato una gioia che pensavano di aver perso. Però ridiamo, delle volte per davvero ed alcune volte per finta, chiediamo aiuto quando non ci parte la ridolera ed abbiamo provato sulla nostra pelle che “non ridiamo perchè siamo felici, siamo felici perchè ridiamo” come ci ha ricordato Lucia citando W.James e comunque di sicuro ci proviamo. Io ci provo perchè dei giorni, quando meno lo aspetto, sento forte nascere tra una risata e l’altra un gran senso di gratitudine, di quella che abbraccia l’intera Vita, che ossigena il cuore nel profondo, in quello spazio alla radice dove forse siamo tutti un gigantesco sorriso sulla labbra di Dio.

(ps. Dio in senso yogico ovviamente  🙂 )

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